27 agosto 2010

eccomi qui

C'è voluto un anno per convincermi a dare vita a questo blog. Un anno passato particolarmente in fretta, estremamente emozionante, per certi versi faticoso e in certi momenti anche triste, ma a conti fatti un anno fantastico e indimeticabile. Decidere di trasferirsi così lontano, abbandonando la casa che ti ha protetto e coccolato per anni e la città in cui vivono tutte le persone a cui vuoi bene, non è stata una scelta facile. Berlino, così grande e sconosciuta, inizialmente mi faceva paura. Sapevamo solo cosa stavamo lasciando, che nonostante tutto quello che non ci piaceva e ci faceva soffrire, era comunque un luogo famigliare, fatto di certezze e abitudini che ci appartenevano e che sapevamo gestire.

Girando in rete ho trovato queste parole:
"L'andirivieni di giovani italiani a Berlino è come un opera teatrale, scritta da due autori, a quattro mani: da una parte dal desiderio e dall´altra dalla curiosità. I personaggi sono anonimi, le loro storie un continuo tentativo di risolvere definitivamente la vita come una equazione aritmetica.Per alcuni di loro, Berlino non è altro che la continuazione di uno di quei videogiochi che hanno giocato da bambini, nelle sale da gioco. Si lancia il primo gettone e si spera che il gioco duri il più a lungo possibile. Se sei bravo o fortunato, riconquisti una vita persa o riesci ad avere un punteggio elevato, che ti permette di vincere una nuova partita. Per tutti i giocatori, quando il punteggio è basso, arriva peró poi, in maniera scontata, il momento del conto alla rovescia. É il momento in cui sullo schermo appare la scritta lampeggiante "Inserisci un gettone". Allora devi decidere se continuare il gioco e rischiare di nuovo tutto o mandare tutto al diavolo e tornartene a casa".